Da anni, Aams si batte per la legalizzazione del gioco d’azzardo, con particolare riferimento al poker e alle scommesse sportive. Spesso, gli scommettitori si sono rivolti a bookmaker considerati, in Italia, illegali. Perché sprovvisti della licenza Aams, quella licenza che tutela lo scommettitore e che viene rilasciata solo a quei bookies in grado di garantire, soprattutto, sicurezza e affidabilità. Il giro di soldi è immenso, quindi la tutela prima di tutto.
In questi giorni, la Suprema Corte di Cassazione si è espressa su tutti quei siti “punto com” stranieri che, fino a poco tempo fa, hanno operato nel nostro Paese. Da adesso, non sarà più possibile, visto che per farlo dovranno avere, ed esibire, la licenza/concessione rilasciata proprio dai Monopoli di Stato. Per ciò che concerne, poi, i betting shop, è invece obbligatoria anche un’altra licenza, che si riferisce al Testo Unico Leggi di Pubblica Sicurezza. L’ex articolo 88.
Perché la Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi? L’episodio è legato alla città di Bari, dove un Ctd (centro trasmissione dati) è stato posto sotto sequestro. Era collegato a LeaderBet, un bookmaker di Malta. La Cassazione ha respinto il ricorso. Da qui, la decisione e l’obbligatorietà che si riferisce al possesso della concessione Aams per poter operare anche in Italia.